Exibition: I latitanti sono loro
Courtesy of Filippo Riniolo

E’ imminente l’approvazione di un decreto che introdurrà il concordato preventivo biennale con il fisco per piccole imprese e lavoratori autonomi. La proposta, che è stata già approvata dal Consiglio dei ministri, permette l’accesso a questa misura anche ai contribuenti con indicatori di affidabilità fiscale (Isa) sotto la sufficienza, inclusi quelli che potrebbero essere considerati probabili evasori.

La platea potenziale per questa misura è ampia, arrivando a coinvolgere circa 4,5 milioni di persone, compresi i cd. “forfettari”, cioè quei contribuenti che hanno scelto di aderire al regime della flat tax. Coloro che aderiranno pagheranno, negli anni 2024 e 2025, una somma predefinita a titolo di Irpef e Irap e nulla di più potrà essere loro chiesto nel caso in cui il reddito effettivo risulti superiore a quanto stimato dall’amministrazione.

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Articolo del 26 giugno 2023La serie New Portraits di Richard Prince, composta da screenshot di Instagram che lo stesso Prince aveva riprodotto su tela e abbinato a un suo commento, ha violato la normativa sul diritto di autore

Ne parlo su:

https://www.we-wealth.com/news/pleasure-assets/fiscalit%C3%A0%20beni%20da%20collezione/i-debiti-col-fisco-si-possono-pagare-con-le-opere-darte-quando

Courtesy of “COMP Collezione Moto Poggi”

La sentenza (Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di LECCO Sezione 2, riunita in udienza il 06/11/2023) riguarda un caso di impugnazione di avvisi di accertamento fiscali nei confronti di un contribuente. L’Ufficio delle Entrate ha avviato un controllo finanziario, esaminando le operazioni finanziarie del contribuente nei anni 2016, 2017 e 2018. Dopo aver notificato l’invito a comparire, l’Ufficio ha inquadrato le attività finanziarie come parte di un’impresa di commercio di motoveicoli, assegnando al contribuente una Partita Iva.

Successivamente, è stato emesso un avviso di accertamento per l’anno 2016, stabilendo un reddito d’impresa e valori per IRPEF, IRAP e IVA, con relativi contributi previdenziali obbligatori. L’Ufficio ritiene giustificato l’accertamento.

Il contribuente impugna l’accertamento, sostenendo che le transazioni relative alle moto della sua collezione dovrebbero essere esentasse in quanto effettuate da un collezionista puro. Inoltre, riguardo alle transazioni speculative, il contribuente sostiene di essere uno speculatore occasionale e non un imprenditore.

La decisione della Corte consiste nell’individuare la corretta qualificazione fiscale del contribuente come mercante, speculatore occasionale o collezionista. Si fa riferimento a una ordinanza della Cassazione del 2023 che fornisce linee guida su come inquadrare la situazione. Vengono distinti tre profili: mercante di opere d’arte, speculatore occasionale e collezionista.

La Corte stabilisce che il contribuente, collezionista da oltre 40 anni, deve essere considerato un “collezionista puro”. Viene sottolineato l’interesse culturale e non primariamente economico del contribuente nell’acquisto delle moto. Le transazioni di vendita delle moto sono considerate atti di dismissione patrimoniale funzionalmente scollegati dagli acquisti precedenti.

Per quanto riguarda sette transazioni specifiche, la Corte riconosce che il contribuente ha agito in modo occasionale e lo qualifica come “speculatore occasionale”. Pertanto, solo i ricavi derivanti da queste transazioni devono essere sottoposti a imposizione come redditi diversi.

La decisione conclude con l’accoglimento parziale del ricorso, determinando un maggior reddito da tassare secondo le disposizioni fiscali. Le spese di lite sono compensate.

Se manca la firma digitale, la notifica via pec è inesistente e le cartelle di pagamento sono nulle. A stabilirlo è la Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 27374 della Sez. VI Civile del 24/10/2019. La vicenda nasce da alcune cartelle di pagamento, con cui era stato richiesto ad un cittadino il pagamento dell’IMU. Avverso queste cartelle il cittadino aveva fatto ricorso e la Commissione tributaria gli aveva dato ragione. (altro…)

Articolo del 26 giugno 2023Le opere d’arte non sono solo cultura ma possono servire   anche a risolvere i problemi di tutti i giorni, come quello del pagamento delle tasse. È pur vero che il pagamento è subordinato a scelte in larga parte discrezionali dell’Agenzia delle Entrate, ma il pagamento dei debiti col Fisco attraverso le opere d’arte è oramai principio consolidato.

Ne parlo su:

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Articolo del 7 giugno 2023Secondo la Corte di Cassazione (Ordinanza n. 6874 dell’8 marzo 2023) chi compra e vende abitualmente opere d’arte consegue un reddito d’impresa e, di conseguenza, deve pagarci le tasse.

Ne parlo su: https://www.we-wealth.com/news/pleasure-assets/fiscalita-beni-da-collezione/quante-tasse-si-devono-pagare-per-un-quadro-falso

L’Avvocato Nicla Ricciardi è stato ospite di una puntata di Trend online su “Le Fonti” sul tema LAVORO I NUOVI TREND condotto da Manuela Donghi.
Si è parlato di PMI, di intelligenza artificiale, di digital marketing nel business e, ovviamente, di Fisco.

Di seguito il link della trasmissione:

https://www.youtube.com/watch?v=29k7Fr3UIGg#intelligenzaartificiale

Nella vita familiare può succedere che gioielli, orologi, opere d’arte e simili siano acquisiti con redditi non dichiarati. Ci si chiede allora che ne sia di questi oggetti se la famiglia si sfascia.

Ne parlo su:

https://www.we-wealth.com/news/pleasure-assets/trasmissione-beni-da-collezione/divorzio-che-accade-ai-beni-di-lusso-presi-con-redditi-non-dichiarati

L’arte è lusso o cultura? Il Fisco italiano sembra non avere dubbi, cedendo a un’inclinazione moralistica e punitiva secondo cui le opere d’arte sono assimilabili ai gioielli e agli yacht. Il grande Maestro però ci dà una lezione..

Per leggere la versione integrale dell’articolo, vai su:

https://www.we-wealth.com/news/pleasure-assets/fiscalita-beni-da-collezione/dali-il-lusso-dellarte-e-il-fisco-punitivo

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